I nostri piatti
Il venerdì di digiuno e il baccalà
A
Firenze, città che ha segnato i percorsi letterari di Dante,
Boccaccio e Petrarca, i padri della nostra meravigliosa lingua
italiana, ci sono abitudini e usi che si tramandano da generazioni
Tra
questi usi, ve ne sono molti legati anche all’arte culinaria, come
ad esempio il Baccalà alla fiorentina, che nella vecchia tradizione
di Firenze era il piatto tipico del venerdì, il giorno in cui si
osservava il “digiuno” religioso e non si poteva mangiare la carne.
La ribollita e gli antichi sapori.
Nel campo delle arti visive vissero
contemporaneamente in città tre grandissimi maestri che rinnovarono
in maniera irreversibile i linguaggi dell'architettura, della
pittura e della scultura: Filippo Brunelleschi, Masaccio e
Donatello. Per dare la dimensione della grandezza di questi uomini
basterebbe ricordare l’opera immensa del Brunelleschi che costruì la
cupola di Santa Maria del Fiore, un capolavoro ingegneristico senza
paragoni. Firenze è cambiata molto negli anni, ma è comunque entrata
nella contemporaneità senza tradire la sua storia e mantenendosi
all’avanguardia in molti settori rispetto ad altre città italiane.
Attraversare i vicoli
medievali di questa città regala emozioni magiche e se si chiudono
gli occhi si riescono ancora a sentire le voci dei fiorentini
illustri che con la loro opera hanno cambiato il mondo.
Perfino i sapori non sono mutati col tempo e basta gustare la
ribollita, un piatto tipico di questa città, o la bistecca alla
fiorentina cotta alla brace e rigorosamente al sangue per immergersi
in un sogno irripetibile, quello di trovarsi in una città senza
tempo.